(S.Bonifacio 23 Gennaio 1866 – S. Bonifacio 1 Gennaio 1944)
AVVOCATO – PUBBLICO AMMINISTRATORE
Nato da una famiglia di agiati proprietari terrieri, compì gli studi di giurisprudenza all’Università di Padova ed ebbe una profonda formazione religiosa. Fu punto di riferimento dell’Azione cattolica veneta.
Dopo aver ricoperto la carica di presidente della società operaia di San Bonifacio, che aveva tra i suoi scopi la mutua assistenza tra i braccianti, mezzadri, affittuari e piccoli imprenditori agricoli, nel 1892 fu tra i soci fondatori della Banca Cattolica Vicentina, poi Banca Cattolica del Veneto. Quale membro del Consiglio della banca, rappresentò gli interessi e le aspettative dei vari operatori della provincia e nel 1895, per sostenere l’attività delle casse rurali, fu chiamato a Verona per fondare anche la Banca Cattolica Veronese, che presiedette dal 1895 al 1904, per poi ricoprirne la carica di direttore fino all’anno 1910. Contemporaneamente presiedette pure la Società Cattolica di assicurazione (1900 – 1901), succedendo a Teodoro Ravignani de’ Piacentini; della stessa fu consigliere dal 1896 al 1927.
Promosse la realizzazione della federazione tra le casse rurali dalla provincia scaligera assieme a mons. Bartolomeo Bacilieri, V. Bertuzzi, Girolamo Carlotti, don Luigi Colombini, mons. Michelangelo Granelli, don Giuseppe Mancini, don Antonio Orlandi e Giobatta Piercaccini e collaborò con alcune riviste come il ?Bollettino delle associazioni cattoliche veronesi? e ?La cooperazione popolare?, periodico ufficiale delle casse rurali, le mutue e le cooperative di consumo.
Il suo interesse verso i molteplici aspetti della cooperazione lo portò nel 1896, assieme a Marco Arrighi, mons. Luigi Bellio, Luigi Benciolini, don Luigi Cerruti, Luigi Cottinelli, Luigi Lavagna, Lorenzo Lorenzoni, Stanislao Medolago Albani, Stefano Pelanda e Teodoro Ravignani a costituire la Società Cattolica di assicurazione contro i danni della grandine degli incendi e sulla vita dell’uomo con sede in Verona, sorta in seno all’operoso ambiente cattolico e volta a favorire soprattutto i piccoli imprenditori agricoli e i lavoratori senza cassa di previdenza e assistenza. Ne ricoprì la carica di consigliere per venticinque anni e ne venne eletto presidente dal 1921 al 1927.
Il suo impegno civile e sociale lo portò anche a ricoprire cariche amministrative nel comune di San Bonifacio, dove risiedeva; fu eletto consigliere alle elezione amministrative del 1889, tra le file del Partito popolare e venne riconfermato fino al 1922, ricoprendo anche la carica di assessore. Rifiutò ogni carica amministrativa quando il fascismo prese il potere. Come amministratore si distinse nel sostenere la mostra e il congresso agrario regionale del 1900 proposta dall’Associazione agraria del basso veronese, sostenne l’iniziativa per la costruzione dello zuccherificio a Villanova e si adoperò per ottenere la cessione di terreni comunali a favore dei coltivatori diretti ed i particolare, nel 1921 fu il presidente della cooperativa agricola “La piccola Proprietà”, società anonima sambonifacese che acquistò dalla Società Anonima Immobiliare Veneto-Trentina una proprietà di circa 60 ettari, da suddividersi tra i diversi soci cooperatori, contribuendo così a realizzare il sogno di tanti braccianti che poterono finalmente diventare proprietari terrieri.
La sua idea politica era quella di coniugare religione e Stato, opponendosi al pensiero liberal-borghese. Riteneva essenziale che le amministrazioni pubbliche fossero impegnate per la tutela delle fasce sociali più deboli e credeva appassionatamente nella solidarietà umana, tanto da trasferirla nel mondo imprenditoriale come strumento per il progresso economico.
Gli fu conferita l’onorificenza di cavaliere. Il Consiglio comunale di San Bonifacio gli dedicò nel 1986 una via nel capoluogo.
[Tratto da: Dizionario Biografico dei Veronesi. Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona. Verona 2006. Pagg. 228 – 229]. (G.C.)