Descrizione estesa
L' abbazia di Villanova è il più insigne monumento di S. Bonifacio, la sua visione dalla vicina strada regionale n. 11 trasmette una magnifica espressione di architettura medievale; in essa sono racchiuse notevoli opere d' arte.
L' edificio romanico è dedicato a S. Pietro, fu verosimilmente costruito su delle preesistenze, e probabilmente ricostruito a seguito del terremoto del 1117 nel 1138 dall' abate Uberto di S. Bonifacio; successivamente restaurato alla fine del 1300 e a metà del 1700, i quest'ultimo caso ad opera dei monaci benedettini Olivetani.
Se è innegabile che la religiosità a S. Bonifacio è stata profondamente influenzata dai Benedettini, è altrettanto vero, secondo il professore Gianni Storari, che essa ha radici più antiche individuabili nella cristianità orientale e nei santi della chiesa bizantina.
L' edificio presenta tre navate e tre absidi. La celebre facciata dà un' idea immediata dell' interno della chiesa: la zona inferiore costruita con tufo scalpellato, quella superiore elegantemente alternata in tufo e cotto, il rosone centrale è la probabile sostituzione sucessiva di una finestra a bifora.
Due lesene a sagoma triangolare sezionano la facciata in tre parti, annunciando così le tre navate interne. Romanici sono i coronamenti lungo gli spioventi, mentre il portale è di epoca successiva e barocchi sono gli stemmi olivetani e le statue.
Entrando, si ammira la navata centrale con i muri poggiati ad archi sostenuti da pilastri e colonne alternati. Sulla parete a destra appaiono gli affreschi di scuola giottesca riproducenti la vita di S. Benedetto. L' altare di Sant' Agata è impreziosito da una pala settecentesca dedicata alla santa; vicino si nota un affresco del 1300 dedicato a Santa Caterina, protettrice degli studiosi e dei filosofi. A sinistra di chi entra, ecco l' altare con la pregevole statua della Pietà, segue un affresco rettangolare con sei santi e unp stemma dei Dogi veneziani. Il presbiterio è sopraelevato a causa della sottostante cripta, con un effetto di assorta magnificenza. Un coro in noce del 1400 sottolinea il fondo dell' abside, impreziosito da una coeva ancona d' altare scolpita in pietra, con al centro la figura di S. Pietro.
Assorta nei chiarocuri e ampia quanto la chiesa è la cripta, dotata di 24 colonne che sostengono arcate a tufo con figure a ferro di cavallo e piccole volte a crociera; da qui, attraverso un corridoio, i monaci accedevano al monastero.
Reperti romani sono riscontrabili sul pavimento, mentre un sarcofago in marmo racchiude la salma di don Giuseppe Ambrosini, collaboratore di don Calabria, recentemente beatificato. Completa la struttura il campanile-fortilizio del 1131, ammodernato con cella campanaria a trifore gotiche e una pina del 1400. L'antico convento era dotato di chiostro, quello attualmente visibile completamente stravolto dagli interventi posteriori, conserva, inglobate nella muratura, alcune arcate gotiche in mattoni che si possono far risalire agli importanti lavori di ristrutturazione fatti fare all'Abate Guglielmo da Modena intorno al 1400. Gli edifici della corte, recentemente completamente ristruttuati, sono stati adibiti ad uso abitativo.